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Sera in Marocco: Marrakech

Scopri Marrakech insieme a me

Il mio primo impatto con il Marocco risale a circa vent’anni fa, in occasione di un raid in jeep nel deserto tra il Marocco e la Mauritania. Dopo aver scoperto il deserto ed essere stata soggiogata dalla sua magia, avevo potuto visitare Zagora et Ouarzazate, che mi erano piaciute al punto di ripromettermi di tornare in questo bel paese. Cosa che ho fatto recentemente, scegliendo pero’ questa volta la città di Marrakech.

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Moschea Koutubia

Appena messo piede a Marrakech, ho adorato il suo clima: tra i 24 ed i 26 gradi in pieno mese di dicembre, un cielo di un blu intenso con un sole splendente la cui luce esalta i colori conferendo loro uno stupefacente effetto che mi diverto a definire « Full HD ».

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Fontane a Marrakech

Marrakech è una città particolare, che intriga, disturba e può a volte anche spaventare i visitatori. È una miscela unica di vecchio e di nuovo che coesistono in modo più o meno armonioso: basta recarsi dalla Medina (città vecchia) ai quartieri nuovi, lussuosi, di Guéliz e di Hivernage per apprezzarne appieno il contrasto.

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Nella medina

Non avrete bisogno di piantine per orientarvi nella medina di Marrakech: qualsiasi cosa voi facciate, vi perderete a colpo sicuro nel dedalo delle stradine sprovviste di indicazioni. Il che non è un male, anzi: perdersi a Marrakech è cio’ che c’è di meglio per poterla esplorare e « viverla » come i suoi abitanti.

La medina è il centro storico di Marrakech, la « città vecchia », la parte più caratteristica da visitare. Le sue stradine si  avvolgono e si collegano tra di loro, conducendo spesso a vicoli ciechi. Il turista può a volte sentirsi come intrappolato tra le sue mura, ma osservando bene scoprirà -ben nascoste- molte porte che conducono all’esterno. In ogni caso non c’è nulla da temere: Marrakech è una città relativamente sicura.

Il modo migliore per visitare Marrakech è a piedi, almeno per quel che riguarda la Kasbah (medina), chiusa alle automobili. E’ opportuno alzarsi di buon mattino per visitare i luoghi più frequentati dai turisti, numerosissimi a Marrakech.  La mia raccomandazione è quella di visitare in mattinata o nel primo pomeriggio il palazzo de la Bahia ed i siti « chiusi » in generale. Per poi lasciarvi ammaliare dalla bellezza del palazzo el Badi e delle tombe reali (tombeaux Saadiens) accarezzati dalla luce dorata del sole che si prepara a tramontare. Pianificate dunque le visite di questi siti alla fine della giornata.

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Palais el Badi

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Le cicogne del palazzo el Badi

Quando sarete al palazzo el Badi, ricordatevi di alzare lo sguardo: potrete ammirare le cicogne nei loro nidi.

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Nido di cicogne

Approfittate della luce brillante del mattino per visitare il giardino Majorelle. Arrivate all’orario di apertura, se potete anche in anticipo poiché la fila d’attesa davanti all’entrata è sempre lunghissima. Il giardino Majorelle, che circonda la casa dello stilista Yves Saint Laurent, è il sito turistico di Marrakech con il biglietto di entrata più costoso, ma la cui visita vale il prezzo pagato. A pochi passi c’è anche il Museo di Yves Saint Laurent, da visitare assolutamente se, come me, amate l’universo della moda.

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Jardin Majorelle

Il posto che preferisco a Marrakech? I giardini della Ménara, dove amo recarmi nelle ore in cui il parco è meno affollato, per rigenerarmi e lasciarmi abbagliare, seduta sul bordo dello specchio d’acqua, dal maestoso spettacolo degli Atlanti innevati.

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Jardins de la Ménara

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giardini della Menara: il mio angolo di paradiso a Marrakech

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Dromedari ai giardini della Menara

La Maison de la Photographie è un piccolo museo che ha un bar molto carino sul tetto, ideale per rinfrescarsi durante il pomeriggio sorseggiando un drink o un té alla menta. I locali che circondano la piazza Jemaa el-Fna hanno anch’essi delle terrazze con vista panoramica, che potrete osservare dall’alto senza essere sottoposti al caos (più o meno) allegro che contraddistingue questa mitica piazza durante tutto il giorno e fino a notte fonda. 

Noterete, andando in giro per la medina e nei souk, che i negozi sono raggruppati per specialità: il souk degli artigiani della pelle, quello degli artigiani del metallo e cosi via.

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Negozio nel souk degli artigiani del metallo

Immancabile per gli amanti delle spezie è il mercato delle spezie della Mellah (il quartiere ebraico).

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Souk delle spezie

Sempre nel quartiere della Mellah, non mancate la sinagoga.
Cour de la Synagogue

Cortile della sinagoga

Intérieur de la Synagogue

Interno della sinagoga

Nella medina e nei souks, non stupitevi di essere molestati (le donne in particolare) dai vari venditori che hanno sempre qualche « buon affare » da proporre.  Vi offriranno un té tradizionale, che non è opportuno rifiutare onde evitare di offendere la persona che ve lo offre. Detto cio’, l’aver accettato di assaggiare il té o aver discusso degli articoli in vendita non costituisce minimamente un obbligo ad acquistare qualcosa per cui, se nel negozio non vedete nulla che susciti il vostro interesse, sentitevi liberi di andare via a mani vuote, e cio’ anche se il commerciante si mostra scontento. Se, invece, avete visto un articolo che vi interessa, sappiate che in Marocco, negoziare è parte integrante del commercio, per cui i prezzi che vi saranno dati sono stati raddoppiati, talvolta anche triplicati. Preparatevi quindi ad una ferrea negoziazione o se -come me- non amate queste sceneggiate, andate a fare shopping all’esterno della medina (mi sento di raccomandare l’Ensemble Artisanal avenue Mohamed V, dove la qualità degli articoli è accettabile cosi come pure i prezzi, indicati sugli articoli e non negoziabili). Pubblichero’ più in là la mia selezione di indirizzi e di consigli per gli acquisti a Marrakech.
Tra le « attrazioni turistiche » di Marrakech c’è il Souk dei conciatori, di cui non vedrete fotografie qui, poiché sono fuggita non solo dell’odore abominevole, ma anche e soprattutto a causa del tizio che mi inseguiva insistendo per farmi da « guida » (traduzione: per portarmi da uno dei suoi amici pellettieri pronto a vendermi qualcosa).

Se qualcuno dovesse insistere per accompagnarvi in un posto che dovete assolutamente vedere, e subito…. O se cercate l’indirizzo di un sito o di un negozio e doveste sentirvi dire che questo è chiuso, non credeteci. I procacciatori di clienti si servono spesso di questo stratagemma per poi proporvi di « mostrarvi qualcos’altro ». Non fermatevi, dite loro « la choukrane » (no, grazie) e continuate a camminare, ignorandoli. Se doveste avere bisogno di indicazioni rivolgetevi piuttosto ai panifici e ad altri negozi che vi ispirano fiducia, il cui titolare è solo (di modo che non possa proporvi di accompagnarvi). Qualora dovessero proporvelo, evitate di farvi accompagnare: contrariamente a cio’ che vi sarà stato promesso, non si tratta mai di un atto gratuito.

Signore, se come me andate in giro da sole, aspettatevi ad essere costantemente apostrofate da uomini che, dopo un « Hey, la gazelle! » vi diranno, a scelta, frasi tipo: « sei bella » o « sembri una Marocchina » (e cio’ anche se siete alte, bionde ed avete gli occhi azzurri, poiché lo dicono a tutte le donne). A meno che non siate interessate, la mia raccomandazione è di far prova di fermezza e di rispondere che state aspettando vostro marito. Per quel che mi riguarda, non ho esitato a precisare che non sono una « gazzella » e che, quando ci si rivolge a me, lo si fa usando il « Madame »: cio’ permette di mettere subito i puntini sulle « i ». Se qualcuno dovesse diventare troppo aggressivo o mettervi a disagio, non esitate ad alzare la voce: di solito ha l’effetto di calmare i molestatori, che non amano farsi notare. Nei casi più gravi, sappiate che accanto alla piazza centrale di Marrakech esiste una caserma di Polizia Turistica, dedita a trattare i problemi che i turisti potrebbero avere con i Marocchini. Rivolgetevi a loro: stanno li’ per questo motivo.

La gastronomia Marocchina -ed in particolare la pasticceria- è la migliore di tutto il Maghreb. Io amo in modo particolare la Pastilla: un tortino dolce/salato farcito con carne di pollo (la ricetta tradizionale prevede l’uso di carne di piccione), servito caldo spolverato di zucchero a velo e di cannella.

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Pastilla

Se riuscirete a chiudere gli occhi davanti alle condizioni di igiene approssimative, scoprirete che a Marrakech i piatti più autentici sono quelli venduti sulle bancarelle in strada. Mi sento di sconsigliare i ristoranti che si trovano attorno alla piazza: si tratta delle classiche « trappole per turisti » che propongono piatti di qualità discutibile a dei prezzi elevati. Evitate dunque i locali turistici e andate invece dove mangiano i Marocchini. Tra le tante stradine che partono dalla piazza ce n’è una chiamata Mechoui, dove si trovano schiere di negozietti che vendono al peso i piatti tipici marocchini quali la tangia, la tajine, il méchoui (agnello arrostito) e le impressionanti teste di agnello arrostite.

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Macelleria all’aperto

Le persone che -come me- sono sensibili alla causa animale sopporteranno difficilmente la vista di decine di polli vivi, ammassati in gabbie di poche centimetri quadrati, in attesa di essere sgozzate davanti il cliente che le ha selezionate.

Per chi desidera mangiare all’occidentale i nuovi quartieri Guéliz e Hivernage offrono una grande varietà di bar e di ristoranti del tutto simili a quelli europei in termini di qualità, servizio e prezzi (sic). Pubblichero’ più in là la mia selezione di indirizzi e di consigli per mangiare bene a Marrakech.

Ho trovato su Internet questo video che mostra le bellezze di Marrakech dal punto di vista turistico, e quest’altro video, davvero ben fatto, che presenta il Marocco sotto una luce più vicina alla realtà locale.

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Relax a Marrakech di fronte agli Atlanti innevati

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A Marrakech è sempre il momento giusto per fare una pausa

Se volete godervi appieno Marrakech, imparate a vivere al suo ritmo, a rallentare, a seguire il flusso ed a lasciar scorrere le cose. Marrakech è una città paradossale, che fa innamorare e che esaspera allo stesso tempo, ma una volta trovato l’equilibrio tra questi due stati, ne rimarrete incantati.

Serafina Loggia è l’autore di questo articolo, potete usarne tutto o parte, a condizione di citarne la fonte.

Version en français ici

 

 

 

 

 

 

Cultura: Perché i Francesi regalano fiori di mughetto il 1° maggio?

Il 1 ° maggio non è solo il giorno della festa del lavoro: è anche il giorno in cui i Francesi usano regalare ai loro cari delicati mazzolini di mughetto, simbolo della felicità.

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Mughetto (immagine tratta da Internet)

La tradizione di festeggiare il 1° maggio con i fiori non è recente: già nell’antica Roma, infatti, si svolgevano 1° maggio le celebrazioni in onore di Flora, dea dei fiori. Anche i Celti usavano festeggiare l’inizio dell’estate il 1° maggio, e consideravano il fiore di mughetto un portafortuna.

A partire dal 1° maggio 1561, il re Carlo IX inizio’ a distribuire fiori di mughetto alle dame della corte, decidendo che cosi sarebbe stato ogni anno. L’usanza era nata.

Il 1 ° maggio 1895, il cantante Felix Mayol portava all’occhiello, durante la prima dei suoi tour di canto al Concert Parisien, alcuni fiori di mughetto che gli erano stati regalati. La sua serie di concerti fu un trionfo e Mayol decidette di non separarsi più dal fiore, che considerava ormai il suo portafortuna.

Il 1 maggio 1900, durante una festa organizzata dai grandi stilisti di Parigi, tutte le donne ricevettero un ramoscello di mughetto. L’idea piacque alle sarte, che iniziarono a regalarne ogni anno alle loro clienti. Christian Dior ne fece anche l’emblema della sua casa di moda.

Il mughetto è stato infine associato alla festa del lavoro durante il governo di Vichy, quando, nel 1941, il maresciallo Petain istituì il 1° maggio come « Festa del lavoro ».

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Serafina LOGGIA è l’autore di questo articolo. Potete usare tutto o parte del suo contenuto, a condizione di citarne la fonte.